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Giovan Carlo Tramontano, conte di Matera, era un nobile detto "loricato", cioè di estrazione borghese, fedele al re e primo eletto del popolo nel Parlamento napoletano, degno della intitolazione di una strada in suo onore nel centro storico della città. Tramontano fu ucciso in data 29 dicembre 1514. Per giustificare l'assassinio feroce del conte, bisognava farlo passare per un brutale tiranno che, per completare il castello, aveva chiesto la manodopera del popolo, mal pagandolo; avrebbe progettato una battuta di caccia con i cadetti della nobiltà, allo scopo di farne una strage; avrebbe voluto applicare lo ius primae noctis, il diritto, di avere a propria disposizione le giovani spose, contadine e non, nella prima notte di matrimonio. Per i 500 anni dalla morte, Antonio Montemurro, allestì una rappresentazione teatrale che ebbe grande successo di pubblico, facendo rivivere alla città un evento storico lontano, di cui erano rimasti, come documenti, un castello incompleto, con possenti torrioni e una via Riscatto, attigua alla Cattedrale, dove il Conte fu ucciso quando, usando una porta secondaria della chiesa, cercava salvezza nella sua abitazione, poco distante, in palazzo Ferraù.